Le predizioni di Mademoiselle Lenormand divennero leggendarie soprattutto perché chiamarono spesso in causa dei suoi celebri contemporanei, come Fouché, Barras, Mme de Staël, Talleyrand, il celebre attore Talma, Joséphine de Beauharnais e lo stesso Napoleone Bonaparte.
Secondo diverse fonti, una sera del 1792 si presentano nel suo il suo studio in rue de Tournon – celato dall’insegna di un negozio di libri – tre uomini che le chiedono una lettura del futuro. Non si tratta di un terzetto qualsiasi, ma di Maximilien de Robespierre (nel ritratto sopra), il padre della Rivoluzione Francese e del Regime del Terrore e gli altrettanto celebri rivoluzionari Jean-Paul Marat e Louis Antoine de Saint-Just. Hanno sentito parlare della “Sibilla” ovvero della Lenormand e si mostrano piuttosto irridenti. Sembra infatti che la vogliano smascherare come volgare truffatrice. La Lenormand non si lascia intimorire. Legge loro le mani e le carte e dà un gelido responso: tutti e tre sono destinati a morti violente.
Secondo alcune fonti, i tre non si curano affatto della terribile profezia e la deridono pesantemente. Di diverso avviso è la stessa Lenormand, che nei suoi scritti descrive Robespierre come un uomo senza carattere, superstizioso e con un ego smisurato. “L’ho visto – precisa la Sibilla – chiudere gli occhi per toccare le carte, rabbrividire anche alla vista di un nove di picche…ho fatto tremare questo mostro “.
A favore della Lenormand resta la veridicità delle sue previsioni: Robespierre è infatti ghigliottinato nel luglio 1794, favorendo così la scarcerazione di Joséphine de Beauharnais, che, per uno scherzo del destino, è proprio una delle fautrici della fortuna della Lenormand. Anche gli altri due hanno effettivamente fini orribili. Jean-Paul Marat è accoltellato nel bagno nel 1793 da Charlotte Corday e Louis Antoine de Saint-Just subisce anch’esso la ghigliottina nel 1794.