La leggendaria figura di Mademoiselle Lenormand ha continuato ad affascinare anche dopo la sua scomparsa. In tempi molto recenti desta curiosità la serie di romanzi dello scrittore francese Nicolas Bouchard, incentrati su colei che è considerata la più grande cartomante di tutti i tempi.
Bouchard ha infatti scritto ben tre romanzi in cui Mademoiselle Lenormand è uno dei personaggi principali. Si tratta de “La Sibylle de la révolution” (2009), “Le Traité des supplices” (2011) e “La Sybille et le Marquis” (2012).
Autore in precedenza di diversi romanzi di fantascienza e polizieschi, Bouchard è in realtà un appassionato di storia, che ha intrapreso la strada del romanzo storico proprio con questa trilogia di cui Mademoiselle Lenormand è appunto la protagonista.
Bouchard ha costruito dei romanzi polizieschi storici appassionanti e ricchi di azione, in cui combina abilmente il mistero e il tema esoterico. Nel primo romanzo, Sénart, segretario del Comitato di Sicurezza Generale, è incaricato da Vadier, conosciuto come il grande inquisitore, di indagare su un crimine particolarmente macabro di impronta massonica. Nella sua missione sarà aiutato proprio dalla celebre Sibilla.
Bouchard si prende anche alcune licenze storiche. Per esempio fa utilizzare alla Lenormand le Carte Petit Lenormand, che la veggente ovviamente non può avere conosciuto, perché sono state pubblicate dopo la sua morte e portano appunto il suo nome.
Ne “Le Traité des supplices” (2011) Marie-Adélaïde ha delle visioni di orribili omicidi, che si scopriranno poi essere stati orchestrati da un misterioso personaggio, legato al terribile Ministro della Polizia Fouché. Tutti questi crimini porteranno all’avvento di Napoleone.
Nell’ultimo libro della trilogia, “La Sybille et le Marquis” la Lenormand è colpita da violente visioni degli omicidi delle amanti di alcuni politici influenti. Con un colpo di astuzia narrativa, Bouchard trasforma la stessa Lenormand in una detective ante litteram, che decide di indagare su queste uccisioni, molto simili a quelle descritte nei testi del Marchese de Sade. E naturalmente la nostra Lenormand vorrà incontrare il celebre Marchese personalmente.
Nel 1790 si trasferisce a Parigi, dove lavora per un certo periodo in una lavanderia. Qui l’incontro fatale con l’indovina Madame Gilbert. La donna si dice abbia lo stesso cognome da nubile della madre della Lenormand. Una predestinazione? Forse. Sicuramente la Gilbert è un’ottima maestra e le insegna i primi rudimenti della divinazione tramite i Tarocchi di Eteilla. In soli tre anni, la Lenormand supera la sua mentore e apre un vero e proprio “studio di chiaroveggenza” , mascherato dietro l’insegna di una libreria, in cui incontra personaggi importanti, come Marat, Robespierre e Saint-Just, ai quali predice una morte violenta. La Lenormand usa per i suoi oracoli le classiche carte francesi, a cui a volte aggiunge delle annotazioni. Ciò non toglie che negli anni successivi alla sua morte, saranno pubblicati diversi giochi di carte illustrati, con i nomi di “Jeu de Mademoiselle Lenormand”, “Grand Lenormand” o “le Petit Lenormand”. La sua fama la rende sospetta al Comitato di Pubblica Sicurezza di Vadier, che la fa arrestare nel 1794. Anni dopo la Lenormand affermerà di essere stata incarcerata per aver predetto la morte di Luigi XVI. Dopo la sua liberazione la sua celebrità decolla e i personaggi dell’epoca fanno letteralmente a gara per avere la possibilità di ascoltare le sue predizioni. Di grande supporto è senza dubbio la fiducia che ripone in lei tale Marie-Josèphe-Rose Tascher de La Pagerie, vedova Beauharnais, futura moglie del generale Bonaparte e nota ai posteri come l’imperatrice Joséphine. La Lenormand apre quindi uno studio in un bellissimo appartamento al n. 5 di rue de Tournon, nel Faubourg Saint-Germain, dove si dedica alla divinazione tramite quelli che lei chiama il “petit jeu” e il “grand jeu,” oltre che alla lettura dei tarocchi e dei fondi di caffé, alla chiromanzia, la negromanzia e l’astrologia.
Ormai nota come “la Sibilla del Faubourg Saint-Germain”, riceve personaggi di grande fama, come lo stesso Napoleone. Tuttavia quest’ultimo la fa arrestare in due occasioni, nel 1803 e nel 1809 con l’accusa di tradimento. Pare che il vero motivo risiedesse nel fatto che la sibilla avesse formulato alcune previsioni compromettenti, su tutte la caduta di Napoleone e la restaurazione dei Borboni. E cosa ancora più grave avesse l’abitudine di scrivere le sue predizioni. La Lenormand, dal fervente animo monarchico, gradisce particolarmente il ritorno dei Borboni ed è consultata da regnanti illustri come lo stesso Luigi XVIII e lo zar Alessandro.. Tuttavia, dopo l’assassinio, Il 14 febbraio 1820, del Duca di Berry, erede al trono, è costretta a emigrare a Bruxelles, dove viene arrestata nel 1821 con l’accusa di spionaggio, per le sue idee opposte alla nuova politica. Viene liberata solo dopo molti anni, nel 1830, dopo un processo per stregoneria. Dopo la Rivoluzione di luglio, la Lenormand si ritira a vita privata e mette il suo talento al servizio unicamente delle sue amicizie. Muore a Parigi il 25 giugno 1843, all’età di settantuno anni, per l’incuria di un medico, smentendo la sua stessa predizione che l’avrebbe voluta trapassare ultracentenaria. Lasciò una notevole fortuna ai figli dei fratelli e fu sepolta nel cimitero di Père-Lachaise.
La Lenormand lascia varie opere letterarie, tra cui le celebri Memorie storiche e segrete dell’Imperatrice Joséphine (1827) e diversi opuscoli politici. Nel 1823 pubblica il prospetto di un Album de Mlle Lenormand, mis en ordre et enrichi de manuscrits autographes, de commentaires, de notes biographiques sur la Révolution, che doveva essere una sorta di una galleria di quadri dei migliori sindaci che rappresentavano le disgrazie o le gesta della famiglia Borbone.